È ricorrente sentire parlare di diritti civili, cioè quei diritti che vengono riconosciuti da uno Stato a tutti i cittadini.
Sono fondamentali. Sono irrinunciabili, in quanto nessuno può rinunciarvi. Sono inoltre inviolabili.
In particolare, i diritti civili rappresentano le fondamenta su cui si regge un ordinamento civile, sono la forma di tutela basilare della persona, garantiti in primo luogo dalla nostra Costituzione e disciplinati successivamente dalla Legge.
Tra quelli più importanti se ne possono ricordare alcuni, quali la libertà personale, quella di pensiero, quella religiosa e di coscienza, oltre a diritti tipicamente politici come il diritto di voto.
Questi pilastri dell’ordinamento non possono essere compressi in alcun modo, nemmeno dalla Legge: anzi, la Legge deve salvaguardarne il loro assoluto rispetto, eliminando eventuali norme limitanti il progresso della società.
I diritti civili trovano riconoscimento già da tanti secoli, con l’elaborazione della Magna charta libertatum (1215), o dell’Habeas corpus (1679) e, soprattutto, del Bill of rights, frutto della rivoluzione inglese (1689).
Con la Rivoluzione francese e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 venne elaborata una solenne elencazione di diritti fondamentali dell’individuo e del cittadino.
Insomma, nell’espressione diritti civili sono contenute tutte le libertà che il cittadino (o meglio l’umanità) ha conquistato nel corso della storia.